I personaggi (in ordine di apparizione)

I personaggi (in ordine di apparizione)

I personaggi di Publisher sono, in ordine di apparizione:

 

Elido Fazi

“…  anticonformista e moderno con i jeans attillati e i capelli alle spalle, le conquiste allora non si contavano. Bastava che le prede entrassero nel pur modesto raggio d’azione della sua tela che le poverelle non potevano non capitolare all’istante, affascinate (almeno la prima sera) da quegli occhi di brace e quella personalità tutto pepe.” (dal capitolo Donna Letizia o Le estati a Quintodecimo)

 

Gore Vidal

“… decenni dopo dunque, Gore Vidal ricevette quello stesso ragazzo (solo un po’ cresciuto) nella sua villa di Ravello, dimora storica a picco sul mare con oltre 700 mq di giardino, alberi secolari, piscina, nel cuore della già scenografica costiera amalfitana. L’ormai Publisher a pieno titolo (i capelli ancora perfettamente corvini, i denti splendenti col riflesso) vi si era recato ardimentoso, come e più che in gioventù, per proporgli di passare con lui e pubblicare con Fazi.

Grazie all’inglese appreso a Manchester e poi a Londra, fluente al punto tale che anche un madrelingua gli stava dietro a fatica (al di là di qualche problema con gli accenti, che però ha anche in italiano), Elido era riuscito a conquistare l’esigente scrittore convincendolo a debuttare (e in seguito perseverare) con il suo giovane marchio. (dal capitolo Francoforte Trieste Parigi Cagliari Trapani Torino o La vita frenetica del Publisher)

 

Valentino Zeichen

“… Non solo alle cene con Yuri presiede Valentino: è spesso a colazione, a pranzo, all’aperitivo, al dopocena insieme a Elido, dando al Publisher una sensazione di calore e l’idea di possedere anch’egli una corte (del resto, è l’amico poeta che presenzia alle feste nonché uno degli autori più importanti di tutto il suo catalogo).

Condividendo con l’editore lo stesso amore per la geopolitica, il gioco giocato in questo caso è Risiko: scenari apocalittici comprendenti Egitto, Siria, Iran, Iraq, Asia, Cina, India e Libia, tengono occupati i due amici appassionati di complotti internazionali che prospettano ogni volta grovigli di dimensioni planetarie senza disdegnare di parlare d’Europa.

Durante le conversazioni di editore e poeta, quest’ultimo, già di per sé espertissimo di aerei militari, divise, cacciabombardieri, armi di distruzione di massa e di idee non proprio di sinistra, la previsione di guerre civili cruente ma anche di gravi catastrofi o situazioni esplosive dà sempre, a chi ascolta, l’idea di trovarsi sull’orlo di una polveriera. Ogni volta, gli sfondi prospettati con insolita veridicità insieme alle diverse soluzioni all’annoso problema della pace nel mondo sono l’oggetto di interminabili discussioni che durano dall’antipasto alla grappa in lunghissime libagioni che, non di rado, si svolgono nei giorni feriali in pieno orario d’ufficio.” (dal capitolo Gli amici del Publisher o Occhio al portafoglio!)

 

Cesarina Vighy

“… Nel frattempo, la mamma di Alice, che già da qualche mese viveva relegata in casa a causa di una sindrome invalidante, aveva scritto un racconto molto forte sulla propria condizione e su quel male che, improvvisamente, l’aveva colpita un anno prima.

Già insicura e poco ambiziosa per natura ma intenzionata ad agire in fretta per via di quella diagnosi che non lasciava speranze, aveva deciso di inviare le sue pagine ad un concorso su internet con l’intenzione di mettere fine, una volta per tutte, alle smanie letterarie carezzate in segreto per una vita.

Scritto in maniera difficoltosa, date le disastrose condizioni di salute, il breve testo raccontava l’esperienza terribile e devastante della malattia non senza momenti di humour nel resoconto di un’intera esistenza.” (dal capitolo «La vecchia signora brucerebbe tutto» o Ogni cosa a ogni cosa ha detto addio)

 

Boris Pahor

“… A Trieste, erano andati per incontrare un autore ultranovantenne che, dopo decenni di anonimato pressoché totale, stava vivendo un successo insperato e dagli esiti fuori davvero da ogni immaginazione. In un ristorante storico del centro dove si erano dati appuntamento per pranzo, una volta rievocati gli anni della prigionia, la fame e il freddo, le persecuzioni subite e il campo di concentramento già oggetto del libro, lo stesso signore si era frettolosamente congedato dai due temendo che le chiacchiere e quegli ospiti tanto passivi potessero rallentargli la giornata. In effetti, provati dal viaggio e consumati forse dal troppo amore, al termine della presentazione del volume di memorie tenutasi nel pomeriggio, Elido e Alice avevano salutato esausti il grande scrittore, ancora intento a firmare copie per una fila interminabile di fan.” (dal capitolo Francoforte Trieste Parigi Cagliari Trapani Torino o La vita frenetica del Publisher)

 

Elizabeth Strout

Fresca di shampoo, dopo il riposino ristoratore seguito al volo intercontinentale e al trasferimento in macchina dall’aeroporto più vicino, Elizabeth Strout si era presentata rilassata all’appuntamento in piazza grazie a un carattere eccezionalmente tranquillo e allo stesso tempo forte. Nata il 6 gennaio, come il Publisher, condivideva con il suo editore italiano il segno zodiacale e una certa determinazione e concretezza, anche se gli ascendenti dovevano essere ben diversi date le differenze evidenti che li separavano.

Sul palco, il diafano premio Pulitzer spiegò pazientemente al pubblico in cosa consisteva la sua tecnica di scrittura. Perfezionista per natura, attenta alla forma quanto alle infinite sfumature della lingua, ripercorse per l’attenta platea di spettatori la fase del duro lavoro di lima che ogni volta precedeva l’uscita di un suo romanzo dopo centinaia e centinaia di riletture fatte con la necessaria lentezza e l’atteggiamento pacifico che la contraddistingueva. Fazi intanto, sempre col sorriso stampato sul volto, in prima fila, ripensava alle proprie scatenate sessioni di lavoro quando, quasi posseduto dal demonio, era capace di scrivere anche quattordici ore al dì, inchiodato alla sedia e senza mangiare, per poi di lì a poco correre in ufficio, correggere (a modo suo e frettolosamente) il testo (dal libro su Keats al pamphlet sul rapporto euro-dollaro) e mandarlo in stampa immantinente per poter essere in libreria il primo giorno utile.” (dal capitolo «Ciao premio Strega!»«Perché premio?»o Strega, Campiello, Pulitzer, Nobel)

 

Vito Mancuso

“… la prima volta che Vito Mancuso si era recato in casa editrice, il Publisher la sera precedente aveva mandato una mail @allFazi: «Domani alle ore 9,30 verrà qui il noto e stimato teologo (nonché amico) Vito Mancuso. Prego tutti pertanto di anticipare l’arrivo in ufficio a un’ora decente ecc.» e l’indomani tutti si erano dovuti alzare, preparare, seppur superficialmente sciacquare e frettolosamente uscire. Vestiti e truccati di tutto punto, anche se con gli occhi ancora da sonno, avevano fatto la loro dignitosa figura, intravisti ai loro posti, davanti alle scrivanie, puntuali e composti. L’ospite illustre era passato di sfuggita, sorridendo ecumenicamente a tutti, e poi si era subito infilato nella sala riunioni da cui sei ore dopo, parlando di Keats con il Publisher, non era ancora uscito.” (dal capitolo Il capo al lavoro o «Io non so nulla»)

 

Zeichen Fazi Vidal Publisher alice di stefano personaggi

Valentino Zeichen, Elido Fazi, Gore Vidal

 

Cesarina Vighy Publisher Fazi personaggi

Cesarina Vighy

 

 

 

strout

Elizabeth Strout e Paolo Giordano al Salone di Torino nel 2012