LA VITA (FRENETICA) DEL PUBLISHER

LA VITA (FRENETICA) DEL PUBLISHER

Il Publisher, è vero, è altalenante: nervoso, euforico, su di giri, compresso, eppure la vita sull’orlo dell’ictus per lui è normale. Lievi equivoci e sbalzi dell’umore sono di routine (nonché comprensibili) per un uomo superimpegnato che, da almeno quindic’anni, alterna momenti BI (tavole rotonde con il governo italiano, riunioni di budget, pianificazione di “eventi”) a momenti dedicati alla casa editrice (programmazione dei titoli di un intero anno, rapporti col commerciale, incontri con gli autori, interviste).

planeE mentre Alice passa il suo tempo in casa baloccandosi su argomenti quali la metrica di Dio è morto o quella de La pecorella e il porcospino dell’abate Casti (e la decisione più importante da prendere rimane il branzino, se fare con le patate o con i pomodorini per cena), ogni giorno, per la Fazi o per la Business, Fazi riceve più di trenta mail su ogni account, fa almeno venti telefonate, discute dalle cinque alle dieci nuove proposte, partecipa a numerosi meeting con i dipendenti e pianifica altrettanti colloqui con gli aspiranti tali.

Ha due segretarie, due agende, eppure confonde spesso i giorni della settimana ricordandosi all’ultimo di dover andare a Milano. La scena, in genere, è così: va all’aeroporto, si accorge di aver lasciato il documento a casa, lo fa andare a prendere, si ricorda di averlo in tasca, dimentica di avvertire il malcapitato, parte lo stesso.