L’AMORE E IL TEMPO

L’AMORE E IL TEMPO

Via via, insomma, si allontanava il sogno di insegnare all’università e anche le sue ricerche erudite, che avevano spaziato dalla cyberletteratura alle nevrosi linguistiche di Michele Mari, dimostravano ormai solo le velleità di una vita spesa a sottolineare note a piè di pagina e commenti a margine, anche se il suo tutor l’aveva sempre incoraggiata a continuare e aveva anche cercato di aiutarla con le pubblicazioni necessarie alla carriera presentandola proprio a Fazi.

In veste di stravagante Amorino, l’illustre critico, perennemente in Lacoste bordeaux e sacchetto Feltrinelli in mano, aveva presentato Alice a Elido in una storica serata di luglio, durante il premio Strega, provocando la scintilla dalla quale sarebbe scaturita la loro storia ma non l’auspicato libro di critica contemporanea. Elido, d’altra parte, aveva sempre bollato come polverose le pubblicazioni accademiche, specie se finalizzate ai concorsi, e la stessa Alice non poteva dargli tutti i torti: nel suo corposo studio sul teatro ottocentesco, le 470 pagine sul rapporto biunivoco tra Manzoni e il melodramma avevano esaurito l’argomento quanto i suoi (scarsissimi) lettori; del resto, neanche il saggio sulla metempsicosi degli oggetti nelle favole del Settecento doveva aver sortito un effetto migliore. Tra i pochi che, sviati dal termine, l’avevano comprato (pensando a religioni orientali e pratiche yoga), non molti si erano strappati i capelli per le teorie avanzate lì.

 

Le ossessioni di Michele Mari (articolo uscito su Sincronie, 2004, n. 16, 185-191)

 

03)-La-Traviata,-1909

 

Esempio di favola settecentesca:

L’AMORE E IL TEMPO

Su la sponda d’un fiume

si scontrarono un dì l’Amore e il Tempo,

e i due numi immortali

non so come obbliate aveano l’ali.

Piccola barca al lido

eravi sì, ma di nocchiero priva,

per tragittarli entrambi all’altra riva.

Oh! volto Amore al Tempo,

Io passar ti farò; disse, e sul remo

atteggiossi a vogar. Rapida l’onda,

e lontana era assai l’opposta sponda.

giunsero appena alla metà, che ansante

e molle di sudore

perdé le forze e si arrestò l’Amore.

A lui, stanco, in soccorso

sottentrò il Tempo, e il resto

ei terminò del corso.

Fin da quel giorno questo

patto fra lor si stabilì, che Amore

da principio faria passare il Tempo,

e il Tempo poi faria passare Amore.

(Clemente Bondi)